
LETTERA DI UNA MAMMA ALLA FIGLIA
Un giorno, all’improvviso
mentre ti starai pettinando, in silenzio
o mentre ti infilerai una calza
ti verrà in mente un mio gesto
e ti ritroverai a sorridere pensandomi.
Un giorno, all’improvviso
pedalando veloce sotto le prime gocce
di una calda pioggia di settembre
sentirai un odore arrivarti al naso
e risvegliare un ricordo di mestoli e tegami
e mi vedrai davanti al fuoco, per un attimo.
Un giorno, all’improvviso
farai qualcosa che facevo anch’io
proprio allo stesso modo in cui la facevo io
e te ne meraviglierai moltissimo
perché non avresti mai pensato
di potermi somigliare così tanto.
Un giorno, all’improvviso
ti guarderai il dorso delle mani
e con il pollice e l’indice
ti pizzicherai la pelle , sollevandola
e conterai il tempo che impiega a stendersi
pensando a quando lo facevi alle mie mani
Un giorno, all’improvviso
ti ritroverai stanca, ad abbracciare un figlio
mi chiederai scusa per le volte che ho pianto
sapendo già che ti son state tutte perdonate.
E ti mancherò da fare male
Ma sarò con te in ogni gesto
o nel muoversi delle foglie
nel frusciare di un gatto nel giardino
o nelle orme di un pettirosso sulla neve
come solo l’eterna presenza di una madre lo può.
C. Turroni

crede ut intelligas
(credi per comprendere)
il credere apre la strada per varcare la porta della verità
intellige ut credas
(comprendi per credere)
scruta la verità per poter trovare Dio e credere
Chiudiamo la porta dietro di noi! Ascoltiamo con l’orecchio teso l’ineffabile melodia che risuona nel silenzio di questa notte. L’anima silenziosa e solitaria canta qui al Dio del cuore il suo canto più soave e affettuoso. E può avere fiducia che Egli l’ascolta.
Infatti, questo canto non deve più cercare il Dio amato al di là delle stelle, in una luce inaccessibile, che Egli abita, tanto che nessuno lo vede.
Perché è Natale, poiché la parola si è fatta carne. Dio è vicino, e la dolcissima parola, la parola dell’amore, trova il suo orecchio nella stanza più silenziosa del cuore. E chi si è fermato presso di sé, anche se è note, in questa quiete notturna, nelle profondità del cuore di Dio, percepisce la dolce parola dell’Amore. Occorre essere tranquilli, non temere la notte, bisogna tacere. Altrimenti non si sente nulla.
Infatti, l’ultima cosa vien detta solamente nel silenzio della notte, da quando per l’arrivo pieno di grazia della Parola, nella notte della nostra vita, si è fatto Natale, notte santa, notte di silenzio.
GLI OCCHI SONO CIECHI BISOGNA CERCARE CON IL CUORE
“TU INFATTI ERI ALL’INTERNO DI ME PIU’ DEL MIO INTIMO E PIU’ IN ALTO DELLA MIA PARTE PIU’ ALTA”
SPESSO IL MALE DI VIVERE HO INCONTRATO
Spesso il male di vivere ho incontrato
era il rivo strozzato che gorgoglia
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina indifferenza:
era la statua della sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco
alto levato.
QUELLO CHE SIAMO…..E’ IL DONO CHE DIO CI HA DATO…….
QUELLO CHE DIVENTIAMO…….E’ IL NOSTRO DONO A DIO
Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è esserci seduto accanto e sapere che non l’avrai mai.
Gabriel García Márques
IL GIARDINO DELLA GIOVINEZZA CHE IL MONDO NON CONOSCE
Ricordate quel milione di giovani, per l’anno santo del 2000, a Roma, attorno a papa Wojtyla? Cantavano “Jesus Christ, you are my life”. I giornali laici li sbeffeggiarono dicendo che in realtà quella era una fede di facciata, superficiale.
Era vero? Che ne è di loro?
Chiara Corbella è la risposta. La sua storia sta commuovendo il mondo. Chiara è una bella ragazza nata a Roma nel 1984. La sua famiglia, credente, frequenta il “Rinnovamento carismatico cattolico” in cui anche lei è cresciuta.
A 18 anni, nel 2002, durante un pellegrinaggio a Medjugorje, conosce Enrico, si innamora e dopo pochi mesi sono fidanzati.
E’ un rapporto vivace e turbolento, fatto pure di rotture, stando al suo racconto. La vicinanza dei frati francescani aiuta i due giovani a fare le scelte decisive.
Si sposano il 21 settembre 2008 ad Assisi. Presto Chiara si trova incinta. Ma qui accade il primo dramma. Maria, la bambina che porta in grembo, ha una grave malformazione per la quale non potrà vivere al di là della nascita.
Chiara ed Enrico decidono egualmente di accoglierla, anzi con un amore più grande, sebbene molti si stupissero e suggerissero un aborto terapeutico.
La bambina nasce, ma muore dopo trenta minuti. Quel giorno Chiara disse ai suoi che non importava la durata di una vita: per lei quella mezz’ora con sua figlia era stata uno dei doni più preziosi della sua esistenza.
“Ho pensato alla Madonna” ricorda Chiara “anche a lei il Signore aveva donato un Figlio che non era per lei, che sarebbe morto e lei avrebbe dovuto vederlo morire sotto la croce. Questa cosa mi ha fatto riflettere sul fatto che forse non potevo pretendere di capire tutto e subito e forse il Signore aveva un progetto che io non riuscivo a comprendere”.
Presto arriva una seconda gravidanza. Incredibilmente anche stavolta si annunciano malformazioni gravi e i due giovani si preparano egualmente ad accogliere Davide come il loro bimbo amato.
Poi si scopre che anche lui non avrebbe potuto sopravvivere dopo la nascita.
Più avanti, nel gennaio 2011, Chiara, in un incontro pubblico dirà: “Il Signore ha voluto donarci dei figli speciali, Maria e Davide, ma ci ha chiesto di accompagnarli soltanto fino alla nascita. Ci ha permesso di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre in una serenità e gioia sconvolgenti”.
Quel giorno aggiunse una cosa che sconvolse tutti, una nuova gravidanza e una diagnosi di tumore per lei: “Ora ci ha affidato questo terzo figlio, Francesco che sta bene e nascerà tra poco, ma ci ha chiesto anche di continuare a fidarci di Lui, nonostante un tumore che ho scoperto poche settimane fa che cerca di metterci paura del futuro.
Ma noi continuiamo a credere che Dio farà anche questa volta cose grandi”.
Il piccolo Francesco è nato sano nel maggio del 2011. Chiara – per non perdere il figlio – ha deciso di non curarsi come il carcinoma
richiedeva. Solo dopo il parto ha affrontato l’operazione e le dolorose chemioterapie, nella speranza di essere ancora in tempo.
Invece il mercoledì santo di quest’anno ha saputo dai medici che il tumore aveva vinto e lei era in pratica una malata terminale. Chiara è morta a 28 anni il 13 giugno di quest’anno. In una lettera al suo piccolo Francesco ha scritto: “Vado in cielo ad occuparmi di Maria e Davide e tu rimani con il papà. Io da lì prego per voi”.
Poco prima della “nascita al cielo” Chiara ha ringraziato: “Vi voglio bene! A tutti!”.
Il funerale non è stato un funerale. C’erano più di mille persone. C’ era la foto del bel volto di Chiara la quale ha voluto che a ciascuno fosse dato il segno di una vita che comincia: infatti tutti hanno avuto un vasetto con una pianticina.
Il cardinale Vallini, Vicario del Papa, ha detto: “abbiamo una nuova Gianna Beretta Molla”.
Si riferiva alla giovane dottoressa morta nel 1962 e canonizzata nel 2004 da Giovanni Paolo II. Anche lei, incinta, avendo scoperto un tumore all’utero, rifiutò le cure che avrebbero fatto male al bambino che portava in grembo e dopo il parto morì.
Un paragone impressionante. Chiara è proprio una ragazza dei nostri giorni. Su Youtube c’è un filmato di venti minuti dove, col suo simpatico accento romano, racconta l’inizio della sua vicenda.
A un certo punto dice: “Il Signore mette la verità dentro ognuno di noi, non c’è possibilità di fraintendere”.
Il marito Enrico, richiesto di spiegare oggi queste parole di Chiara, ha detto: “Quella frase si riferisce al fatto che il mondo di oggi, secondo noi, ti propone delle scelte sbagliate di fronte all’aborto, di fronte a un bimbo malato, di fronte a un anziano terminale, magari con l’eutanasia… Il Signore risponde con questa nostra storia che un po’ si è scritta da sola: noi siamo stati un po’ spettatori di noi stessi, in questi anni. Risponde a tante domande che sono di una profondità incredibile. Il Signore, però, risponde sempre molto chiaramente: siamo noi che amiamo filosofeggiare sulla vita, su chi l’ha creata, e quindi alla fine ci confondiamo da soli volendo diventare un po’ padroni della vita e cercando di sfuggire dalla Croce che il Signore ci dona. In realtà” ha continuato Enrico “questa Croce, se la vivi con Cristo, non è brutta come sembra. Se ti fidi di Lui, scopri che in questo fuoco, in questa Croce non bruci e che nel dolore c’è la pace e nella morte c’è la gioia”.
Poi ha detto: “Quando vedevo Chiara che stava per morire, ero ovviamente molto scosso. Quindi ho preso coraggio e poche ore prima gliel’ho chiesto. Le ho detto: ‘Chiara, amore mio, ma questa croce è veramente dolce come dice il Signore?’. Lei mi ha guardato, mi ha sorriso e con un filo di voce mi ha detto: ‘Sì, Enrico, è molto dolce’.
Così, tutta la famiglia, noi non abbiamo visto morire Chiara serena: l’abbiamo visto morire felice, che è tutta un’altra cosa”.
Il padre di Chiara, Roberto, imprenditore, che aveva un incarico in Confindustria, quando ha saputo che le chemio per la figlia non avevano dato risultato positivo, ha scritto una lettera con la quale annunciava di ritirarsi da quell’incarico per stare più vicino alla famiglia “ma anche per fare una scelta di vita: aiutare il prossimo”.
In una toccante testimonianza a TV2000 (anch’essa reperibile su Youtube) ha raccontato che, paradossalmente, quando, a Pasqua, hanno saputo che non c’era più niente da fare è iniziato “un periodo splendido per la nostra famiglia… abbiamo vissuto insieme come mai…tutti uniti per cercare salvezza di Chiara… che stando alle sue parole è avvenuto in maniera diversa”.
Il signor Roberto ha sussurrato: “ho imparato da mia figlia che non conta la durata di una vita, ma come la viviamo. Ho capito da lei in un anno più di quanto avevo capito nella mia intera esistenza e non posso sprecare questo insegnamento”.
Poi ha ricordato che Chiara, vivendo “vicissitudini che avrebbero messe al tappeto chiunque, non ha subito, ma ha accettato. Lei si fidava totalmente. Era certa che se il Signore le dava da vivere una cosa voleva dire che era la cosa giusta”.
Chiara suonava il violino e amava ripetere: “siamo nati e non moriremo mai più”.
C’è un giardino nel mondo dove fioriscono queste meraviglie. Dove accadono cose stupende, inimmaginabili altrove. E’ la Chiesa di Dio.
Nessuno dei potenti e dei sapienti lo conosce.
Per loro e per i loro giornali la Chiesa è tutt’altro. I giornali strapazzano il Vaticano e Benedetto XVI per Vatileaks. I riflettori dei media sono tutti per i Mancuso, i don Gallo, gli Enzo Bianchi. O per ecclesiastici da loro ritenuti “moderni”.
Ma nel luminoso giardino di Dio, che Benedetto XVI ama e irriga, fioriscono silenziosamente giovani come Chiara. Non solo nelle terre dove il nome cristiano è bandito come il Pakistan, la Cina , Cuba o l’Arabia Saudita. Ma anche tra noi.
In quel giardino Gesù passa davvero, affascina e chiama anche questa generazione e noi vediamo i figli diventare gli amici del Salvatore del mondo. Sono invisibili ai media, ma grandi agli occhi di Dio.
Antonio Socci
Da “Libero”, 7 ottobre 2012
Non leggete, come fanno i bambini per divertirvi o, come fanno i dotti, per istruirvi. No. Leggete per vivere.
Ciò che si rompe…
non sempre si può aggiustare…
la fiducia è una di queste cose…..
Sarebbe bello se tutti fossimo così…un po’ più pazzi e un po’ più coraggiosi 🙂
Dai il meglio di te…
L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO
Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA’ IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI
Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA’ IL BENE
L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO
Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA
Da’ al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA’ IL MEGLIO DI TE Madre Teresa di Calcutta
YOU REAP WHAT YOU SOW
Good morning said a woman as she walked up to the man sitting on ground.
The man slowly looked up.
This was a woman clearly accustomed to the finer things of life. Her coat was new. She looked like she had never missed a meal in her life.
His first thought was that she wanted to make fun of him, like so many
others had done before. “Leave me alone,” he growled….
To his amazement, the woman continued standing.
She was smiling — her even white teeth displayed in dazzling rows. “Are you hungry?” she asked.
“No,” he answered sarcastically. “I’ve just come from dining with the president. Now go away.”
The woman’s smile became even broader.
Suddenly the man felt a gentle hand under his arm.
“What are you doing, lady?” the man asked angrily. “I said to leave me alone.
Just then a policeman came up. “Is there any problem, ma’am?” he asked..
“No problem here, officer,” the woman answered. “I’m just trying to get this man to his feet. Will you help me?”
The officer scratched his head. “That’s old Jack. He’s been a fixture around here for a couple of years. What do you want with him?”
“See that cafeteria over there?” she asked. “I’m going to get him something to eat and get him out of the cold for awhile.”
“Are you crazy, lady?” the homeless man resisted. “I don’t want to go in there!” Then he felt strong hands grab his other arm and lift him up. “Let me go, officer. I didn’t do anything.”
“This is a good deal for you, Jack,” the officer answered. “Don’t blow it.”
Finally, and with some difficulty, the woman and the police officer got Jack into the cafeteria and sat him at a table in a remote corner. It was the middle of the morning, so most of the breakfast crowd had already left and the lunch bunch had not yet arrived…
The manager strode across the cafeteria and stood by his table. “What’s going on here, officer?” he asked. “What is all this, is this man in trouble?”
“This lady brought this man in here to be fed,” the policeman answered.
“Not in here!” the manager replied angrily. “Having a person like that here is bad for business.”
Old Jack smiled a toothless grin. “See, lady. I told you so. Now if you’ll let me go. I didn’t want to come here in the first place.”
The woman turned to the cafeteria manager and smiled. “Sir, are you familiar with Eddy and Associates, the banking
firm down the street?”
“Of course I am,” the manager answered impatiently. “They hold their weekly meetings in one of my banquet rooms..”
“And do you make a goodly amount of money providing food at these weekly meetings?”
“What business is that of yours?”
I, sir, am Penelope Eddy, president and CEO of the company.”
“Oh.”
The woman smiled again. “I thought that might make a difference.” She glanced at the cop who was busy stifling a giggle. “Would you like to join us in a cup of coffee and a meal, officer?”
“No thanks, ma’am,” the officer replied. “I’m on duty.”
“Then, perhaps, a cup of coffee to go?”
“Yes, ma’am. That would be very nice.”
The cafeteria manager turned on his heel, “I’ll get your coffee
for you right away, officer.”
The officer watched him walk away. “You certainly put him in his place,” he said.
“That was not my intent. Believe it or not, I have a reason for all this.”
She sat down at the table across from her amazed dinner guest. She stared at him intently.. “Jack, do you remember me?”
Old Jack searched her face with his old, rheumy eyes. “I think so — I mean you do look familiar.”
“I’m a little older perhaps,” she said. “Maybe I’ve even filled out more than in my younger days when you worked here, and I came through that very door, cold and hungry.”
“Ma’am?” the officer said questioningly. He couldn’t believe that such a magnificently turned out woman could ever have been hungry.
“I was just out of college,” the woman began. “I had come to the city looking for a job, but I couldn’t find anything. Finally I was down to my last few cents and had been kicked out of my apartment. I walked the streets for days. It was February and I was cold and nearly starving. I saw this place and walked in on the off chance that I could get something to eat.”
Jack lit up with a smile. “Now I remember,” he said. “I was behind the serving counter. You came up and asked me if you could work for something to eat. I said that it was against company policy.”
“I know,” the woman continued. “Then you made me the biggest roast beef sandwich that I had ever seen, gave me a cup of coffee, and told me to go over to a corner table and enjoy it. I was afraid that you would get into trouble… Then, when I looked over and saw you put the price of my food in the cash register, I knew then that everything would be all right.”
“So you started your own business?” Old Jack said.
“I got a job that very
afternoon. I worked my way up. Eventually I started my own business that, with the help of God, prospered.” She opened her purse and pulled out a business card.. “When you are finished here, I want you to pay a visit to a Mr. Lyons…He’s the personnel director of my company. I’ll go talk to him now and I’m certain he’ll find something for you to do around the office.” She smiled. “I think he might even find the funds to give you a little advance so that you can buy some clothe s and get a place to live until you get on your feet.. If you ever need anything, my door is always opened to you.”
There were tears in the old man’s eyes. “How can I ever thank you?” he said.
“Don’t thank me,” the woman answered. “To God goes the glory. Thank Jesus…. He led me to you.”
Outside the cafeteria, the officer and the woman paused at the entrance before going their separate ways…
“Thank you for all your help, officer,” she said.
“On the contrary, Ms. Eddy,” he answered. “Thank you. I saw a miracle today, something that I will never forget. And..And thank you for the coffee.”
If you have missed knowing me, you have missed nothing.
If you have missed some of my emails, you might have missed a laugh.
But, if you have missed knowing my Lord and Savior, Jesus Christ, you have missed everything in the world.
Have a Wonderful Day. May God Bless You Always and don’t forget that when you “cast your bread upon the waters,” you never know how it will be returned to you..
God is so big He can cover the whole world with his Love and so small He can curl up inside your heart..
When God leads you to the edge of the cliff, trust Him fully and let go. Only 1 of 2 things will happen, either He’ll catch you when you fall, or He’ll teach you how to fly!
The power of one sentence!
God is going to shift things around for you today and let things work in your favor.
God closes doors no man can open & God opens doors no man can close..
Cosa farei per te
“Vorrei tanto oro
Per farti i gioelli più lucenti,
mamma.”
“Non vedo quasi più, figlio mio
non potrò apprezzarne
tutto lo splendore”
“Allora, ti darei vestiti più belli
per farti apparire come una regina”
“Figlio mio, in quest’ospizio
gli armadi sono piccoli,
eppoi, non saprei
quando metterli,
qui la sera
si sta sempre dentro”
“Vorrei fare qualcosa di grande
per te, mamma”
“Figlio, cuci bene
il mio sorriso nei tuoi vestiti
e nella mente,
imprimi nel tuo oro
il mio nome,
regalami solo
tutto il tempo che puoi,
e un mazzo di fresche carezze
da annaffiare ogni giorno,
mettilo accanto alla mia anima
prima che scopra la spoglia
leggerezza dell’eternità”
Un albero che è stato trapiantato non vacillerà, anche in presenza di forti venti, se vi è un solido palo che lo sostiene. Ma anche un albero cresciuto nella sua sede naturale può crollare se le sue radici sono deboli. Anche una persona debole non cadrà se coloro che la sostengono sono forti, ma una persona di notevole forza, se si trova sola, potrebbe perdere l’equilibrio lungo un sentiero accidentato.
Lontano
Non contare i tuoi passi.
Non farti seguire.
Lascia che il fardello di un’esistenza
si dissolva nel vento.
Là troverai la tua meta.
(Francesco Galgani, 2005)
SOLITUDINE
Condizione di chi vive solo, in modo permanente o per un lungo periodo, ricercata per acquisire pace interiore o subita per assenza di affetti o appoggi materiali
cosa significa per te Solitudine?
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